mercoledì 31 maggio 2023

Da lei, Egli scacciò sette demoni

 





Gesù le disse: «Maria!».
Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» che significa: «Maestro!».
(Giovanni 20,16)


L’insinuatore antico, il sobillatore di dubbi che fu il reggitore della luce, decaduto per sua libera e orgogliosa scelta a sovrano delle tenebre, tramuta in pece ciò che è oro, distorce il linguaggio umano perché conosce quello degli angeli, e ci propone il culto del rovescio tanto caro ai cabalisti e agli adoratori della disobbedienza.
Il logos divino sembra, ai più, monotono e noioso; la ribellione, creativa e multiforme.
Si tratta, in verità, di un’imitazione inversa, vuota di potere creativo, ricolma d’ entropia, priva di grazia.
È facile, così, proporre lemmi alternativi, rivestirsi di titoli usurpati all’umiltà, come mutare in maniera del tutto ininfluente, la meravigliosa Rosa Mistica in rosa alchemica.
A Miss Keta preferisco ancora la Santa Maria Maddalena raccolta in preghiera nel deserto, come piamente si crede; scelgo la sua bellezza discreta di cui godette, con purezza di cuore, il suo Gesù non ancora Nostro, scelgo la sua freschezza femminea già provata dal dolore sotto la Croce, ristabilita nella sua testimonianza della Resurrezione, poi, anni più tardi, sfiorente tra le sabbie nel segreto di una gioiosa e raccolta supplica per un’improbabile assunzione in corpo e in anima.


♱ servo inutile♱

lunedì 29 maggio 2023

Sempre pronti per la prova costume

 

                                            


Vengono meno la mia carne e il mio cuore;
ma la roccia del mio cuore è Dio,
è Dio la mia sorte per sempre.
(Salmo 72)

Ritorna, come ogni estate, l’horror vacui tatuato su carni giovani, sfatte, rifatte, strafatte di attenzioni maniacali per una perfezione estetica irraggiungibile, lanciata sulla freccia del tempo che ogni cosa consuma nel suo gravitare in basso, verso il nero che inghiotte, fino al rigurgito d’usi e costumi destinati a mutare in peggio un’umanità narcisista, credulona e crapulona, apice di un’involuzione generata da un’esplosione di eco-progresso prometeico, consolatorio, assolutorio, anticristico.
Ci saranno morti sulla spiaggia schiattati d’alcol, viagra e pink stripe, scaricati all’alba sulla schiena silicea della rena, dopo notti infiammate da un divertimento nulliforme.
Evitati dal fit running di piedi e zampe, rimarranno occultati sotto l’impietosa face solare, fino a quando il profumo d’olio di cocco non sarà sostituito da un’afrore di decomposizione.

♱ servo inutile♱



sabato 27 maggio 2023

Autoreferenzialità postcattolica

 

                                                   



Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua.
(Luca 9,23)

Ci siamo sbagliati, le parole di Gesù sono una vuota simbologia semantica, non hanno significato, restano un memoriale probabilmente inventato da scrittorucoli, sedicenti apostoli che ci hanno giocato un tiro mancino... d’altronde il demonio predilige la mano sinistra.
La psicologizzazione della fede ha bandito il soprannaturale dalla storia bimillenaria della Chiesa, per lasciare il posto a un mélange postmoderno di newage e autoreferenzialità dell’esaltazione di se stessi.
Giustificati dalla sola fede, il sacrificio è bandito, anzi pericoloso; visioni, miracoli, stimmate, sono sottoprodotti di gravi manie, psicosi o isterie fuori controllo.
Se oggi entrassero in seminario santi venerati in passato per la loro assoluta abnegazione di se stessi, desiderosi d'imitare il Cristo del Calvario prima del Cristo del Tabor, finirebbero in analisi e non sarebbero ritenuti idonei al servizio sacerdotale, tanto meno alla vita monastica, per non parlare delle sante.
Come è sterile la mitomania e com'è fertile l’oblio di sé.


♱ servo inutile♱









venerdì 26 maggio 2023

Non separare la forma dalla sostanza


Se qualcuno predica un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anatema…vi dichiaro dunque, fratelli, che il Vangelo da me annunziato non è modellato sull’uomo; infatti non l’ho ricevuto né l’ho imparato da uomini, ma per rivelazione di Gesù Cristo
(Galati 1)


Nella prassi moderna e progressista la forma non ha alcuna importanza.
Il sessantottismo ha introdotto la filosofia de "tu", lo stile "nù jeans e na maglietta" oppure del tristemente noto: "chi sono io per giudicare" e “chi siete voi per giudicarmi”.
L'abito talare, la pulizia del sagrato, rivolgersi al religioso con riverenza, inginocchiarsi di fronte all'altare. Piccoli ma fondamentali gesti, oggi considerati superflui, retaggio di etiche superate.
In fondo, affermano i cosiddetti moderni, la sostanza non cambia.
Personalmente non riesco a vederla in quest'ottica: considero un grave errore separare la forma dalla sostanza, poiché è proprio nella forma e nel rigore del rito e della prassi che si manifesta il katechon in tutta la sua forza, unico argine che separa dalla kenosis e dall'amor vacui tanto caro al post modernismo.
La "sinodalità", le piramidi rovesciate, l'uno vale l'altro, sono filosofie buone forse nei kolchoz, non certo quando si tratta di deposito della fede o nel dovere di essere pastori di greggi.
Pastori che, oggi più che mai, dovrebbero essere autorità dottrinali e morali, guide capaci di indicare il cammino e mettere in guardia dalle trappole dell'anticristo.

                                                          Marcusenor





martedì 23 maggio 2023

Pregare e non ottenere

 

 

Vegliate e pregate, affinché non cadiate in tentazione
 (Matteo 26:41)

Scambiare la Tua adorazione, mio Dio, per un mercanteggiare di comuni desideri posti alla base di una volgare pratica olistica, è un antico vezzo superstizioso che proprio là, ai piedi del Sinai, il tuo messaggero allevato da colti e potenti egizi, cercò di dissolvere ponendo, tra il Tabernacolo e l’Arca dell’Alleanza, sotto la Tenda Sacra, le tavole della Testimonianza.
Quanti tuoi figli ti hanno abbandonato perché alle loro suppliche non sono seguiti miracoli?
Pochi, invece, ti sono restati fedeli senza ottenere, senza chiedere niente per sé, semplicemente hanno desiderato passeggiare con Te in un nuovo Eden alla fine dei tempi, riconoscendo la loro colpa, la tua giustizia, il tuo perdono, il sacrificio estremo di Tuo Figlio, nostro fratello nella carne e l’Immacolato Cuore di Maria quale ammirabile altare dei sacrifici di lode e profumi.
A volte, tra le macchie che punteggiano il susseguirsi di stagioni, nei contorni rarefatti delle nebbie leggere che impacchettano di polveri sottili le nostre vite screziate di poche gioie e troppi dolori, trascorse a rovistare nei rifiuti di Te, giustifichiamo l’assenza di fede come grande evoluzione del pensiero e la fede, apparentemente privata delle tue divine risposte, con l’appartenenza ingiusta ad una casta di credenti inadeguati, apparentati con quel fratello che mal digerì il ritorno del figliol prodigo, con quel Caino del quale non apprezzasti le sofferte offerte.
Malgrado questa nostra incorreggibile miopia da ragionieri sentimentali, abituati alle manie crittografiche senza le quali sembra ormai impossibile loggarsi in ogni dove, le porte della tua infinita e ineffabile misericordia non hanno serrature, e nemmeno occorre bussare per oltrepassarle, perché, alla fine di una qualsiasi di queste nostre vuote e tristi giornate, inanellate in quello che la nostra cecità spirituale chiama karma o destino, un cuore sinceramente affranto e umiliato, Dio, tu non disprezzi.

♱ servo inutile♱


lunedì 22 maggio 2023

Sei forse un Dio sadico?



E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi la carità, niente mi giova.
(1Corinzi 13,3)


Chi sono io e chi sei tu, mio Dio, che disarcionasti Paolo per sentirmi dire da lui l’inudibile, per risuonare come un cimbalo al vedermi ricolmo d’ogni cosa dalle quali non oso staccarmi, per timore di guadagnare il cielo e perdere la terra, travolto da un’inestinguibile sete di vita.
Sei forse un Dio sadico?
No, che non lo sei, ma agisci come se lo fossi, come un “contrario” di una tribù Dakota che cavalca un cavallo afferandosi alla coda.
C’impregni, solo per nostra libera richiesta, dello Spirito Consolatore che da te discende, per mutarci e scavare nella roccia dei nostri sensi refrattari all’invisibile.
Ci mostri misure diverse del vivere, opposte alla sterilità monodimensionale proposta da atei filosofi, da chirurghi del pensiero, esperti nella vivisezione del linguaggio, appiccatori di roghi semantici che non giovano a nulla, che alimentano la superbia del pensarti un accidente spazzato via dall’adorazione del caso, fortuito ordinamento naturale di un anagramma del caos.
Incarcerato da ciò che ho conquistato, dal conteggio dell’avere, dall’algebra del guadagno e delle perdite, mi sono raggelato nella pavida incapacità di riconoscerti ovunque mi appari affamato, svestito, malato nel corpo e nell’anima, sotto qualunque sembianza ti palesi. 

♱ servo inutile♱

domenica 21 maggio 2023

Pagare per farsi insultare


 
                                           

  Egli allora, gettate le monete d'argento nel tempio, si allontanò e andò a impiccarsi.
(Matteo 27,5)

Sì, applaudite a coloro che vi dicono in faccia che siete dei miserabili cretini.
Applaudite i vostri domatori, aguzzini e accusatori.
Applaudite e pagate per esser denigrati, ma di rabbia vi gonfiate e livore vomitate se vi insultano gratis.
Il Potere vi ammannisce giullari per schifarsi di voi senza conseguenze legali, perché la legge e l'oltraggio sono suoi e voi l'oggetto dei suoi scherni.
Avete rifiutato e tradito Cristo perché non vi diverte. 
Avete deciso d'esser ridenti morti viventi,  credendovi più scaltri di chi vi tiene alla catena.

♱ servo inutile♱



sabato 20 maggio 2023

Brano 4



L'uso della frase In te, Domine, speravi è stato ampiamente incorporato nella musica sacra e nella liturgia.
Compositori rinascimentali come Josquin des Prez hanno scritto brani musicali basati su questo testo, così come l'ottimo Gesualdo già citato per altre composizioni.
Inoltre, la frase è stata fonte di ispirazione per numerosi artisti e poeti nel corso dei secoli, che hanno espresso il loro senso di fede e speranza attraverso queste parole.
Complessivamente, In te, Domine, speravi rappresenta un'espressione di fede, di affidamento in Dio e di speranza in un contesto religioso.

                                                         Marcusenor




mercoledì 17 maggio 2023

Jesus, how deep is your love?

 


Qual vantaggio infatti avrà l'uomo se guadagnerà il mondo intero, e poi perderà la propria anima?
(Matteo 16,26)


Nell’anno 1977, Frank Manero Jr. rinuncia alla veste sacerdotale, distruggendo le poche sicurezze di una famiglia italo-americana, colpita dalla deindustrializzazione in una New York sbilanciata verso il neo-potere dei media e dell’alta finanza. In un film culto - febbricitante lungometraggio di un sabato sera come tanti che fino a oggi si sono ripetuti almeno 2350 volte - si sacrificò sotto una strobosfera e sopra la pista a scacchi iridescente dell’Odissey 2001, Chiesa, fede e famiglia, in onore del sogno americano egoreferenziale del self made man.
Cristo non si è fatto da sé, ma fu generato da Dio Padre, mentre Tony Manero, fratello di Frank, si è autoprodotto dall’incontro di ballo e sballo, gameti scintillanti di una discoteca di periferia.
Chi segue Lui, rinuncia a se stesso e non può incamminarsi sulla via di Mammona, pensandosi eroe, secondo una misera mitomania indotta dalla società dello spettacolo, che accarezza le psicopatologie della vita metropolitana per meglio piazzare prodotti e servizi, promesse consolatorie, surrogati blasfemi della Via Crucis che sola mena alla Resurrezione dell’anima e, oltre il conosciuto tempo, della carne.
Il Principe di questo mondo immola, sull’altare del divertimento ad ogni costo, innumerevoli schiere di sacrificabili umani che si sono spontaneamente consegnati al denaro e alla popolarità di un misero quarto d’ora, di una manciata di likes, di un pugno di visualizzazioni nell’unica vita senza un postmortem, riconosciuta dai sacerdoti dell’algoritmo.

♱ servo inutile♱





martedì 16 maggio 2023

Solennità senza sfarzo

 


In te, domine, speravi, non confundar in aeternum
(Salmo 30,1)


Mi ritrovo a vedere, nostalgico e stupefatto, le rare immagini in movimento del Santo Padre Benedetto XV. 
Le inquadrature in bianco e nero, quasi un vintage ecclesiastico, mi restituiscono il romano Pontefice assiso in sedia gestatoria, accompagnato da flabelli e dignitari, che con gesto ieratico benedice i fedeli che, riverenti, si genuflettono al passaggio del sacro corteo. 
A distanza di un secolo si respira la solennità e la dignità principesca del Vicario di Cristo in terra, indispensabile collegamento che unisce il regno dei cieli con il regno temporale della Chiesa di Cristo.
Ripeto, non si tratta di ostentare sfarzo fine a sé stesso, bensì di solennità. 
Tutto è volto all'esaltazione magnifica della Chiesa di Cristo.
Scambiare la sobrietà e l'umiltà privata, con forme di "sensibilità" verso i poveri, è operazione discutibile, che odora di strumentalizzazione volta a ben altri fini, ovvero tentare di immiserire il trionfo in terra di Cristo Re.
Giacomo Della Chiesa fu pontefice durante la prima guerra mondiale e grande fu l'impegno per far cessare "l'inutile strage", come da lui stesso definita. 
Sono lontani i tempi in cui la Chiesa rispondeva solo a Dio, alla Legge eterna, totalmente volta a elevare spiritualmente e materialmente, con opere e gesti, il trionfo della Verità rivelata, rifiutando di rendersi complice di squallide e tartufesche operazioni di propaganda politica.

                                                            Marcusenor



lunedì 15 maggio 2023

Un corpo e un'anima in prestito

 

Quello che è male ai Tuoi occhi io l'ho fatto
(salmo 50,6)


Quando smisi di chiamare peccato, il peccato e mi affidai alle vie oscure della psicanalisi, feci morire la mia coscienza e zittii la mia anima e il suo sussurro così affine alla brezza dell'Oreb che carezzò Elia.
Leggo il Miserere di Davide dopo ch'egli, con inganno e azione omicida, s'accoppiò senza sentimento con la bellissima Betsabea.
La psicanalisi accarezza  con sussurro postmoderno l'ego, elevando l'io ad altezze smisurate, inaccessibili all'umiltà, espressione di un'ubris resa manifesta in tutta la sua tenebra sotto le specie dell'idolatria, in spregio al primo comandamento scolpito nella pietra dei duri di cuore e di cervice; inutile ammonimento per chi ha un cuore puro, dono di una grazia che non s'invoca in ossequio al manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali.
Mio Dio, quante volte ti ho sconvolto il cuore, pensando che un eterno essere non possa provare tristezza per le mie azioni, dettate dall'adorazione di un me stesso inventato da un'etologia antropologica, votata alla distruzione del sacro in me, all'annientamento di  un'anima che  non mi appartiene, come non m'appartiene questo corpo disfatto dall'amore di sé, prossimo alla restituzione improvvisa, secondo un'imperscrutabile Volontà Divina che giammai avverte, quando strappa l'umano dalla valle di false gioie, simile ad un ladro nella notte.

♱ servo inutile♱
 
 



sabato 13 maggio 2023

Gnosi nella Chiesa

 




GESÙ CRISTO
PORTATORE DELL'ACQUA VIVA




Interessante come il Pontificio consiglio della cultura abbia profuso tante energie in uno studio così approfondito e completo su di un movimento che, ai più, pare appartenere a una ristretta cerchia di seguaci fricchettoni fuori di testa.
Si potrebbe interpretare questo scritto come la presa di coscienza della pericolosità e pervasività di questo fenomeno; di quanto questi messaggi siano entrati nella testa e nel linguaggio del mondo - anche cattolico - proprio per il suo essere proteiforme.
Certo, tutto suona ancora più strano in una stagione dove il pontefice regnante pare ispirarsi proprio ai principi e alle dottrine denunciate in queste pagine, quanto meno nel culto idolatrico della madre terra e in una rilettura personale e discutibile del deposito della fede.
In fondo non scopriamo nulla di nuovo: un secolo fa, il Santo Padre San Pio X nella sua Pascendi ravvisava, negli approcci modernisti, proprio la matrice gnostica che inneggiava alla prisca teologia e alla teosofia.
Interessante il punto 2.5 di questo studio: la creazione ad arte di un "mondo duro e spietato" al fine di infiltrare con maggiore efficacia dottrine accoglienti, ottimistiche, consolatorie, egolatriche e autoassolutorie.
A mio modesto parere atteggiamenti "ambigui" da parte di autorità ecclesiastiche deboli, genera aperture e sottovalutazioni estremamente pericolose. Questo studio è certamente un segnale importante e mi pare vada - grazie al cielo - nella giusta direzione; come viene descritto al paragrafo 6.2, la rete di centri pastorali, culturali e spirituali rappresenta un argine fondamentale a derive figlie di ignoranza, ingenuità e, “Ahinoi”!, talvolta, sulfuree ispirazioni.

                                                   Marcusenor

venerdì 12 maggio 2023

Laicità su muri vuoti

 


Ogni uomo è come l’erba e tutta la sua gloria è come un fiore del campo. Secca l’erba, il fiore appassisce.

(Isaia 40,6)


Steso s’una barella in un corridoio dai riflessi antisettici blu linoleum, osservo un’intera gerarchia sanitaria mossa dai ritmi dettati da una triage colorata, riflesso di una meccanica a me ignota.
Attendo referti ematici.
Incrocio occhi d’altri pazienti, tremiti di sopracciglio, smorfie tra labbra e zigomi.
Uno sferragliare di tende e quinte di metallo e stoffa, che separano dolori, agonie, solitudini variamente anestetizzate, mi sveglia ogni qualvolta cerco di riposare.
Trafiggono l’aria satura di disinfettante domande ad alta voce, risposte flebili, risa da cambio turno, passaggi di consegne diteggiati su tastiere sottomonitor, troneggianti nel centro dell’ambulatorio del prontosoccorso.
Chi può, si consola parlando al cellulare con qualcuno dall’altra parte, da un’altra parte, oltre la sala d’attesa; una donna molto anziana si rivolge ad un’immaginario qualcuno nell’angolo a lei assegnato, dove una notte senza sogni l’attende.
Il tempo, qui, tra dolori e terapie, interventi d’urgenza, nervosisimi del personale pressati da overdosi di caffeina e sigarette, fintamente celati dietro maschere di attenzioni e sollecitudini, ha un suo scorrere impreciso, asimmetrico, disequilibrato, così ingiusto da tenerci in pugno come pagliuzze di fieno di diverse lunghezze, in balia della cieca estrazione d’un destino di protocolli e burocrazia.
La parete vuota, davanti a me, è un bianco d’ossa, una pavane di calce spenta dove immagino un crocifisso che mai più sarà appeso in ossequio alla laicità, questa morta espressione, infelice simbolo di vacuità, lemma dolciastro, sinonimo politicamente corretto di un amaro ateismo.


                                                      ♱ servo inutile♱


mercoledì 10 maggio 2023

... e non abbandonarci alla tentazione?


Et ne nos inducas in tentationem


È di questi tempi il tentativo di "edulcorare" la definitiva e chiarissima espressione del Pater Noster, addolcendo il senso di un verso con una traduzione intesa a coniugare l’ “essere" e il “fare” cristiano.
La "tentazione" di sfuggire alla Legge eterna, condizione necessaria per la salvezza dell'anima; la "tentazione" di scivolare verso l'auto-assoluzione, giustificandosi in una sorta di restitutio omnium liberata da colpe e castighi.
Quante volte ci capita di essere chiamati a dar prova della nostra fedeltà alla Legge?
E quanto grande può essere il timore di non essere all'altezza della fede in Cristo, con fatti e comportamenti concreti, ma di esserlo solo a parole o con buoni propositi a cui non si da seguito, tanto da implorare il Signore affinché non ci ponga mai nella condizione di essere “introdotti alla prova”?
Il cristianesimo esige le buone opere, retti comportamenti, gesti di carità e di giustizia: ci chiede e non c' impone di rispondere alla chiamata, con il proprio senso di responsabilità e di coscienza, talvolta mettendo a repentaglio rendite di posizione e privilegi, rifiutando scorciatoie e furberie.
Ricordiamo le parole di San Paolo: “() quelli che mettono in pratica la legge saranno giustificati ()”. Legge scritta nei cuori dalla notte dei tempi, senza necessità di carte bollate o pubblicazioni in Gazzetta Ufficiale; Legge morale e civile, del giusto e del bene, luoghi dello spirito nei quali trovare il katechon.



                                                    Marcusenor




lunedì 8 maggio 2023

AL 9000

 

ἐν ἀρχῇ ἐποίησεν ὁ θεὸς τὸν οὐρανὸν καὶ τὴν γῆν
(Gen 1,1)


L'occhio artificiale telescopico scruta l'universo, immortala galassie, misura distanze e tempo.
Strumenti spacciati come sempre più sofisticati; impertinenti indagatori del profondo illudono di svelare il mistero della creazione.
Nella pellicola del regista Adam Mckay intitolata "Don't look up" si esorta l'uomo nel credere alla new religion scientista e allo stesso tempo di non volgere lo sguardo al cielo mistico, redentivo e salvifico.
Il "problema della conoscenza" o meglio la lusinga della tecnica, quale mito prometeico o hybris tragica.
Affidarsi esclusivamente ai sensi onde immortalare l'attimo, ingannandosi di poter cristallizzare il vero. Come se il "vedere" "sentire" o "toccare" fossero garanzia del fatto in sé e per sé.
Per gli scolastici era fondamentale adeguare la cosa e l'intelletto, mediare il dato, collocarlo nel giusto alveo senza mai perdere di vista il confine e il limite della condizione umana che non deve "sfidare" il creatore, rendendo sempre grazie di ciò che si rivela per intercessione e ispirazione divina.

                                                       Marcusenor

domenica 7 maggio 2023

Tu sei altare, Agnello e Sacerdote eterno




Distruggiamo l'albero con il suo frutto, sterminiamolo dalla terra dei viventi;
affinché il suo nome non sia più ricordato
(Geremia 11:19)


La chiesa è vuota, una struttura neogotica che mi separa dal fragore di voci e motori, una pausa da un’aria nervosa forgiata nel vetro e nel metallo.
Il rosso lume m’indica la tua presenza, o mio Gesù, fratello silente, frammento di vita in un pane segregato.
Respiro inpigliato in un’invisibile rete d’incenso; flebili stille di luce schiariscono le penombre d’altari votivi, tingendo d’un vago vermiglio sculture di Te e tua Madre mostranti Sacri Cuori sanguinanti e aperti a fedeli sempre più rari.
Controcorrente al flusso statistico che implacabile segna la fine di un rigoglioso cristianesimo della partecipazione, cado in ginocchio davanti all’oro del tabernacolo e ti adoro disattendendo a qualsiasi estetica d’un nuovo corso ecclesiastico.
E ti chiedo perdono per tutte quelle volte che non mi sono preso cura di te, rifiutandomi d’incontrarti dove tu sei Altare, Vittima e Sacerdote.
E scavando tra le ossa del mio petto, Pater dopo Pater, Ave dopo Ave, rinvengo misere vanaglorie ustionate da un dolore affine a una perdita, raramente adombrate da una frenata gioia, un abbozzo di fiore dal vuoto del mio sterile centro, al ritrovarti amico malgrado quello che sono e quello che avrei potuto essere.

♱ servo inutile♱

BRANO 3

 


Tenebrae responsoria

Raccolta di musiche pubblicata nel 1611 del compositore Carlo Gesualdo per l’Ufficio delle Tenebre della Settimana Santa



Venosa, piccolo borgo lucano, annovera tra i suoi illustri figli il grande poeta latino Orazio Flacco e uno dei più grandi e misteriosi compositori del tardo rinascimento italiano, il principe Carlo Gesualdo. (Si consiglia caldamente la visione del film Gesualdo: morte per cinque voci di Werner Herzog)
Della sua produzione sacra colpisce lo straordinario intreccio delle voci, capaci di raggiungere vette di contemplazione mistica che raramente la scrittura musicale ha saputo realizzare con tale grado di purezza e intensità, preservando la preziosa chiarezza e il rispetto del testo sacro.
Le atmosfere terse della controriforma e la ricerca di polifonie che non appagassero un mero virtuosismo compositivo e interpretativo, imponeva agli autori, del periodo, di seguire il modello del Palestrina e del principio “ut verba intellegantur”, per cui, i canti, avrebbero dovuto “ricordare la passione ed essere comprensibili”.
Il Gesualdo seppe mirabilmente coniugare tensione armonica, l’uso audace e sperimentale della dissonanza, pur tuttavia, senza mai cadere in qualsiasi lenocinio. L’ispirazione mistica profonda e personale ne fanno uno degli autori più importanti dell’epoca.
Tra le sue opere sacre più famose da ricordare: la Missa Sancti Spiritus, la Missa in Coena Dominis oltre ai mottetti e ai responsori per la Settimana Santa.

                                                           Marcusenor

Nella notte oscura... mi parli


È bene aspettare in silenzio la salvezza del Signore 
(Lamentazioni 3:26)



Sveglio in questa notte, t’ invoco in me o Dio delle cose visibili e invisibili.
Lo desidero, bramo il silenzio, e mi vergogno della mia codardia a servirti con gioia, rinunciando a un me stesso triste e desolato.
Rivolgendo il pensiero alle preghiere, alle suppliche, alle lodi dei coraggiosi nella fede, di chi confessa la tua grandezza nella finitudine umana, sento la necessità d’ imitare l’ineffabile bellezza della Croce come fanno i tuoi umili e deboli cavalieri, senz’armi e senza titoli, che t'offrono fedeltà, si offrono e soffrono per te in mezzo alle sciagure, alle orribili condizioni umane, nel centro della dilaniata, confusa e solitaria, monotona quotidianità, o nell’ estreme periferie di questo impero del male che ottenebra corpi, menti e anime, ma che, come Tu hai promesso, non prevarrà.
Accendo la flebile luce di un cero dal profondo del nulla, e ti grido senza emettere voce, faccia a terra: “Dimmi, mio Signore, che senso ha tutto questo!”.
E dal silenzio mi rispondi che Cristo è la vita disvelata nei recessi d’ognuno, non un occulto senso di essa da ricercare con foga e disperazione.

♱ servo inutile♱

sabato 6 maggio 2023

Farsi il segno di Croce e pregare




 E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa
(Mat 16-18)

Nonostante la pervicace, infiltrante e meticolosa operazione di avvelenamento spirituale, condotta con sulfurea ispirazione, somministrando omeopatiche dosi quotidiane di dottrine contrarie allo spirito, al giusto e al bene, il Paraclito compie quotidianamente tangibili ed evidenti miracoli e grazie. Piccoli gesti di carità e fratellanza, una buona parola, un gesto o una carezza; fiammelle vive di amore cristiano che scaldano il freddo contemporaneo imbevuto di competizione, solitudine, merito, tutti paradigmi utilitaristici neo malthusiani; un crocifisso trionfante nel tempio laico e ateo della cosiddetta scienza ad indicare eternamente l’unica Via.
Una sacra edicola con una splendida Madonna col bambino, fiori freschi tutti i giorni ed una candela. Impossibile non fermarsi, segnare la croce e pregare.

                                                                 Marcusenor

venerdì 5 maggio 2023

BRANO 2


Crucifixus – da “Credo” RV 592

Il Credo RV 592 viene composto presumibilmente intorno al 1720. Composto da dodici movimenti, ognuno dei quali corrisponde a una parte del Credo; come per il meno noto RV 591 si tratta di composizioni riscoperte e rivalutate nel corso del XX secolo, riscuotendo crescente interesse tra il pubblico e gli interpreti.

                                              Marcusenor

BRANO 1

 


Cum Dederit – da “Nisi Dominus” RV 608

Il Nisi Dominus RV 608 è un mottetto sacro per voce solista e basso continuo composto intorno al 1717. Il titolo “Nisi Dominus” tratto dal Salmo 126 significa “Se il Signore non avrà edificato la casa”.

Il mottetto è composto da nove movimenti, ognuno dei quali corrisponde ad una parte del salmo. Il “Prete rosso” (Vivaldi) fa ricorso a raffinati strumenti retorici tratti dalla cosiddetta pratica della “teoria degli affetti” rappresentando magistralmente le immagini del testo sacro.

                                                 Marcusenor

Lo spirito ne esce ristorato

Nulla adunque deve occorrere nel tempio che turbi o anche solo diminuisca la pietà e la devozione dei fedeli

(Motu proprio "Tra le sollecitudini" del Sommo Pontefice San Pio X sulla musica sacra)

Nella palpabile emozione che la liturgia - nella sua immensa grazia - conferisce al fedele, si alzano le splendide e devote voci di alcuni giovani che intonano brani tratti dall'antiphonarius cento (corpus originario della raccolta di canti e testi liturgici mirabilmente redatto da San Gregorio Magno), alternati a pagine di Vivaldi quali il “Crucifixus” dal Credo RV 592 e il “cum dederit” dal Nisi Dominus RV 608.

Nella piccola chiesa di San Simeon in Venezia, le magnifiche pagine musicali contrappuntano le vibranti preghiere del celebrante. L'esecuzione dei giovani musicisti è commovente; corretta per la prassi filologica e profondamente sentita, finalizzata all'offerta di umili servitori che celebrano la gloria e le maestà dell'Altissimo.

Nulla di autoreferenziale vi è in quei giovani cristiani; nulla che ponga l'abilità tecnica protagonista e proterva, come accade talvolta a chi pratica in arte.

Lo spirito ne esce ristorato e gratificato per la cura e la devozione con cui sono state pensate ed eseguite quelle pagine.

                                                 Marcusenor


 

giovedì 4 maggio 2023

EVA vs MARIA






 Per mezzo di Eva la morte, la vita per mezzo di Maria
(S.Ireneo)


Il frutto proibito non cessa di esser gustato e forse nessuno si è mai sentito in colpa per questo.
Mmmmmm… la sua polpa ha denocciolato i corpi delle proprie anime; la raffinatezza con cui viene presentato ai miliardi di commensali che dall’inizio dei tempi se ne vollero saziare al banchetto della disobbedienza incivile, dell’assoluta libertà dai precetti divini, ha assunto forme gourmet deliziose. Descrizioni chef stellate l'osannano in un tripudio favoloso gastrodemonico, in declinazioni frugivore, anticarnivore preterintenzionali da fine dei tempi per global warming, quando i quattro cavalieri di Masterchef decreteranno il giudizio sublinguale e polvere alla polvere d’insetti sarà.
Eve con miniquadrupedi al guinzaglio già risorgono in anticipo sul terminale evento, addentando fantapomi disneyani.
Cloni di Biancaneve imbrociate, causa gravitazionale slittamento progressivo dei lineamenti, restano capaci di immortalare le loro labbra su fotocamere e spezzarle con sorrisetti macumba, secondo i breefing sull’estetica commerciale di multinazionali gender reindirizzate.
E il maschio, uno storpio Adamo asessuato, s’accovaccia sul cemento all’ombra di falsi glutei, d'uteri soli e sterili, sbavoso destinatario di torsoli street food, un gradino sotto, nella scala evolutiva, a ipercoccolati chihuahua.

♱ servo inutile♱

Incapaci di parlare con Dio e con l’uomo


                                                

Io so che il mio Redentore vive, e che alla fine si leverà sulla polvere. E quando, dopo la mia pelle, sarà distrutto questo corpo, senza la mia carne, vedrò Dio

(Giobbe 19:25–26) 


Incapaci di parlare con Dio e con l’uomo, come seppe fare mirabilmente il Santo d’Aquino, la prospettiva “umana” finisce col prendere il sopravvento, la partita si gioca sul piano del definito che ignora, volutamente o per disabitudine, il piano spirituale.
Sant’Agostino separò nettamente la civitas umana da quella divina, mettendoci in guardia nel non perdere di vista la via maestra rischiando di trascinarci sul terreno pietroso e polveroso della mondanità e del piccolo cabotaggio.
Laddove vediamo solo male scorgiamo le braccia della croce, la legge eterna inscritta nei cuori, trasmessa di generazione in generazione a guardia dell’uomo, creato e amato dal Signore e posto in posizione privilegiata tra le sue creature, ma non per questo in diritto di farsi egli stesso dio.
All’opposto, l’ottimismo panglossiano delle “magnifiche sorti progressive” esala afrori sulfurei di atmosfere illuministe, ingozzandosi di effimeri trionfi della volontà di potenza. Con la ragione posso dominare il mondo, fino a trasformarlo per sanare la ferita della “caduta” gnostica, dove identifichiamo facilmente teosofie, radicalismi, ambientalismi, animalismi, con tutto il corredo di guru, maître à penser, counselor e pseudo “competenti” di ogni risma.

                                                  Marcusenor

martedì 2 maggio 2023

La modernità esige un prezzo da pagare

 



Beato è l’uomo che ripone in Dio la sua speranza, che non s’unisce ai superbi, ai litigiosi, amanti della menzogna
(Ps 40 – 5)

La modernità esige un prezzo da pagare, il nuovo ordine lo fa intendere senza giri di parole, non ci sono più pasti gratis. Nello stesso tempo, l’uomo contemporaneo è sospeso tra il pessimismo nichilista di stampo nietzschiano in salsa “the end of history and the last man” e l’ottimismo newagiano dal vago sentore teurgico e tecno-misticheggiante.
Sembriamo aver dimenticato la via della Croce, la parola veritativa che trascende la misera prospettiva umana e consente all’anima di accedere all’orizzonte dell’eterno.
L’uomo moderno è troppo affaccendato a litigare virtualmente, tentando di confutare grafici, studi, teorie ed esegesi geopolitiche. Tutto si consuma in rabberciate patetiche minacce e battute a caratteri limitati; secoli di pensiero, di immensi mistici e di cattedrali teologiche masticate in liti da cortile, finalizzate ad affermare il proprio ego ipertrofico, nonché un supposto primato conoscitivo foriero di prestigio e del diritto di ultima e definitiva parola.
Anche i più raffinati e colti cadono nell’esiziale errore; il pendolo oscilla: pessimismo cosmico e ottimismo gnostico, per un attimo fugace, ma per nulla illusorio, il peso passa attraverso la via della verità.
                                                                  

                                                           Marcusenor

Vorrei... un Dio più sostenibile

                                                   Che cosa sono io senza di Te se non la guida di me stesso verso l’abisso. (S.Agostino - C...