È bene aspettare in silenzio la salvezza del Signore
(Lamentazioni 3:26)
Sveglio in questa notte, t’ invoco in me o Dio delle
cose visibili e invisibili.
Lo desidero, bramo
il silenzio, e mi vergogno della mia codardia a servirti con
gioia, rinunciando a un me stesso triste e desolato.
Rivolgendo il pensiero alle preghiere, alle suppliche, alle lodi dei coraggiosi
nella fede, di chi confessa la tua grandezza nella finitudine umana,
sento la necessità d’ imitare l’ineffabile bellezza della Croce
come fanno i tuoi umili e deboli cavalieri, senz’armi e senza titoli, che t'offrono fedeltà, si offrono e soffrono per te in mezzo alle
sciagure, alle orribili condizioni umane, nel centro della dilaniata, confusa e solitaria, monotona quotidianità, o nell’ estreme periferie di questo impero
del male che ottenebra corpi, menti e anime, ma che, come Tu hai
promesso, non prevarrà.
Accendo la flebile
luce di un cero dal profondo del nulla, e ti grido senza emettere
voce, faccia a terra: “Dimmi, mio Signore, che senso ha tutto questo!”.
E dal silenzio mi
rispondi che Cristo è la vita disvelata nei recessi d’ognuno, non
un occulto senso di essa da ricercare con foga e disperazione.
♱ servo inutile♱
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