Nulla adunque deve occorrere nel tempio che turbi o anche solo diminuisca la pietà e la devozione dei fedeli
(Motu proprio "Tra le sollecitudini" del Sommo Pontefice San Pio X sulla musica sacra)
Nella palpabile emozione che la liturgia - nella sua immensa grazia - conferisce al fedele, si alzano le splendide e devote voci di alcuni giovani che intonano brani tratti dall'antiphonarius cento (corpus originario della raccolta di canti e testi liturgici mirabilmente redatto da San Gregorio Magno), alternati a pagine di Vivaldi quali il “Crucifixus” dal Credo RV 592 e il “cum dederit” dal Nisi Dominus RV 608.
Nella piccola chiesa di San Simeon in Venezia, le magnifiche pagine musicali contrappuntano le vibranti preghiere del celebrante. L'esecuzione dei giovani musicisti è commovente; corretta per la prassi filologica e profondamente sentita, finalizzata all'offerta di umili servitori che celebrano la gloria e le maestà dell'Altissimo.
Nulla di autoreferenziale vi è in quei giovani cristiani; nulla che ponga l'abilità tecnica protagonista e proterva, come accade talvolta a chi pratica in arte.
Lo spirito ne esce ristorato e gratificato per la cura e la devozione con cui sono state pensate ed eseguite quelle pagine.
Marcusፒenor
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