giovedì 4 maggio 2023

Incapaci di parlare con Dio e con l’uomo


                                                

Io so che il mio Redentore vive, e che alla fine si leverà sulla polvere. E quando, dopo la mia pelle, sarà distrutto questo corpo, senza la mia carne, vedrò Dio

(Giobbe 19:25–26) 


Incapaci di parlare con Dio e con l’uomo, come seppe fare mirabilmente il Santo d’Aquino, la prospettiva “umana” finisce col prendere il sopravvento, la partita si gioca sul piano del definito che ignora, volutamente o per disabitudine, il piano spirituale.
Sant’Agostino separò nettamente la civitas umana da quella divina, mettendoci in guardia nel non perdere di vista la via maestra rischiando di trascinarci sul terreno pietroso e polveroso della mondanità e del piccolo cabotaggio.
Laddove vediamo solo male scorgiamo le braccia della croce, la legge eterna inscritta nei cuori, trasmessa di generazione in generazione a guardia dell’uomo, creato e amato dal Signore e posto in posizione privilegiata tra le sue creature, ma non per questo in diritto di farsi egli stesso dio.
All’opposto, l’ottimismo panglossiano delle “magnifiche sorti progressive” esala afrori sulfurei di atmosfere illuministe, ingozzandosi di effimeri trionfi della volontà di potenza. Con la ragione posso dominare il mondo, fino a trasformarlo per sanare la ferita della “caduta” gnostica, dove identifichiamo facilmente teosofie, radicalismi, ambientalismi, animalismi, con tutto il corredo di guru, maître à penser, counselor e pseudo “competenti” di ogni risma.

                                                  Marcusenor

Nessun commento:

Posta un commento

Vorrei... un Dio più sostenibile

                                                   Che cosa sono io senza di Te se non la guida di me stesso verso l’abisso. (S.Agostino - C...