(Salmo
30,1)
Mi ritrovo a vedere, nostalgico e stupefatto, le rare immagini in movimento del Santo Padre Benedetto XV. Le inquadrature in bianco e nero, quasi un vintage ecclesiastico, mi restituiscono il romano Pontefice
assiso in sedia gestatoria, accompagnato da flabelli e dignitari, che con gesto ieratico benedice i fedeli che, riverenti, si genuflettono al
passaggio del sacro corteo. A distanza di un secolo si respira la
solennità e la dignità principesca del Vicario di Cristo in terra,
indispensabile collegamento che unisce il regno dei cieli con il
regno temporale della Chiesa di Cristo.Ripeto,
non si tratta di ostentare sfarzo fine a sé stesso, bensì di
solennità. Tutto è volto all'esaltazione magnifica della Chiesa di
Cristo.Scambiare
la sobrietà e l'umiltà privata, con forme di "sensibilità"
verso i poveri, è operazione discutibile, che odora di
strumentalizzazione volta a ben altri fini, ovvero tentare di
immiserire il trionfo in terra di Cristo Re.Giacomo
Della Chiesa fu pontefice durante la prima guerra mondiale e grande
fu l'impegno per far cessare "l'inutile strage", come da lui
stesso definita. Sono lontani i tempi in cui la Chiesa rispondeva
solo a Dio, alla Legge eterna, totalmente volta a elevare spiritualmente e materialmente, con opere e gesti, il trionfo della
Verità rivelata, rifiutando di rendersi complice di squallide e
tartufesche operazioni di propaganda politica.
Marcusፒenor
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