martedì 16 maggio 2023

Solennità senza sfarzo

 


In te, domine, speravi, non confundar in aeternum
(Salmo 30,1)


Mi ritrovo a vedere, nostalgico e stupefatto, le rare immagini in movimento del Santo Padre Benedetto XV. 
Le inquadrature in bianco e nero, quasi un vintage ecclesiastico, mi restituiscono il romano Pontefice assiso in sedia gestatoria, accompagnato da flabelli e dignitari, che con gesto ieratico benedice i fedeli che, riverenti, si genuflettono al passaggio del sacro corteo. 
A distanza di un secolo si respira la solennità e la dignità principesca del Vicario di Cristo in terra, indispensabile collegamento che unisce il regno dei cieli con il regno temporale della Chiesa di Cristo.
Ripeto, non si tratta di ostentare sfarzo fine a sé stesso, bensì di solennità. 
Tutto è volto all'esaltazione magnifica della Chiesa di Cristo.
Scambiare la sobrietà e l'umiltà privata, con forme di "sensibilità" verso i poveri, è operazione discutibile, che odora di strumentalizzazione volta a ben altri fini, ovvero tentare di immiserire il trionfo in terra di Cristo Re.
Giacomo Della Chiesa fu pontefice durante la prima guerra mondiale e grande fu l'impegno per far cessare "l'inutile strage", come da lui stesso definita. 
Sono lontani i tempi in cui la Chiesa rispondeva solo a Dio, alla Legge eterna, totalmente volta a elevare spiritualmente e materialmente, con opere e gesti, il trionfo della Verità rivelata, rifiutando di rendersi complice di squallide e tartufesche operazioni di propaganda politica.

                                                            Marcusenor



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