Inutile girarci intorno.
Inutile continuare a incolpare gli "altri" se, ogni anno, un pezzo del presepe viene distrutto dall'avanzare inarrestabile della fine della civiltà giudaico-cristiana occidentale.
Chi la dovrebbe difendere, ce lo dice a chiare lettere e non si nasconde, lo fa alla luce del giorno e oltretutto vestito con abiti liturgici.
Il Vaticano è contro il Natale: cosa c'è di strano? E' perfettamente schierato contro la famiglia, contro la tradizione, contro usi e costumi bimillenari.
Il Natale è residuo, incrostazione di un passato che sta prima dell'anno zero, il Concilio Vaticano II per il cattolicesimo, il processo di Norimberga per la politica europea.
Il Natale puzza di stalla, è una rappresentazione del matrimonio che persiste nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, in ricchezza e povertà.
Ognuno si adatti come crede, vuole o può, o non si adatti e continui nelle proprie case, all'oscuro degli scrutatori o dei parenti serpenti, nell'angolo cieco dove il Grande Fratello non può sbirciare, a manifestare il proprio silenzioso dissenso riproducendo la Sacra Famiglia.
Tutto il resto non conta, è vociare, sbraitare l'inconsistenza femminista contro un patriarcato bianco che non esiste più.
La SS. Vergine non ha urlato: "L'utero è mio e me lo gestisco io!" ed è il motivo sacrosanto per cui Ella è la Madre di Nostro Signore Gesù Cristo e di tutti coloro che in suo Figlio credono, Regina del cielo e della terra, di tutta la creazione; loro, le ribelli misandriche, sono le sterili invidiose regine del nulla.
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