martedì 4 febbraio 2025

I fiori del male


L'uomo, nato di donna, vive pochi giorni ed è sazio d'affanni; 

spunta come un fiore, poi è reciso

(Giobbe 14, 1-2)

La contemporaneità verrà ricordata per la sua tracotanza. Il pensiero del terzo millennio è animato dal delirio soggettivista dell'agire finalizzato a cambiare il mondo e quando non può cambiarlo - perché la realtà oggettiva resiste e non si lascia dominare dal pensiero illuminista - lo reinterpreta.

Assistiamo con sgomento ai tentativi di riscrivere il passato, i classici vengono riletti, financo stravolti, deformati, invertiti per non dire cancellati.

La cosiddetta "cancel culture" è un fenomeno subdolo, perverso che si infiltra inquinando tutto ciò che è lustrale, antico, simbolico, rituale oserei dire apotropaico.

Dalla riscrittura dell' Odissea alla modifica del Padre Nostro, alla rivisitazione di Otello fino alla storia travisata in chiave psicofreudiana.

Questo pensiero è pervaso dal delirio di onnipotenza che, attenzione, anela alla morte, consciamente o inconsciamente, cercando la liberazione gnostica dal mondo, dal dolore, dalla espiazione.

Possiamo dire che la sedicente egemonia culturale sta producendo  - non certo da adesso - i suoi fiori del male; un male - a loro dire - dovuto alla "colpa" originale dell' esistere, una colpa irredimibile in quanto totalmente sconosciuta del trascendente.

Una pars destruens destinata all'annientamento di codici fondamentali e imprescindibili dell'essere umano ma, come osservato nei recenti infernali accadimenti della progressista California, ritratti mariani e crocifissi restano miracolosamente intoccati dalla foia distruttrice delle fiamme.

                                                     Marcusenor

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