Il problema fondamentale di chi detiene miliardi in cryptovalute, denaro virtuale depositato in chiavette definite wallet, è come trasformarli in denaro reale e poi in beni di lusso da investimento, oro fisico incluso.
Non è facile, anzi non era, perchè con la seconda era Trump si sta trovando la soluzione: un barbatrucco che capovolge ciò che un tempo si chiamava sottostante.
Nella golden age, infatti, il dollaro americano era agganciato alle effettive riserve auree che gli USA detenevano nei loro caveaux. Poi venne forzatamente sganciato e fatto volare nell'empireo cielo dell'infinita stampa di cartamoneta.
Il biglietto verde inondò il pianeta, la sua perdita progressiva di valore veniva puntellata con emissione costante di Titoli di Stato, e così Cina, India e parte del Sud-Est asiatico, sono divenuti i maggiori possessori di quei titoli, quindi i più forti creditori nei confronti degli ammeregani.
Il tycoon vuole invertire la rotta, riassorbire lo tsunami dollaro-carta con un gioco di prestigio consigliatogli da chi muove le fila del denaro in qualunque forma circoli nel mondo.
Proporrà ai creditori un progressivo saldo del debito in bitcoin e altre criptovalute, poi, gli stessi potranno "cambiare" le crypto incassate attraverso la Federal Reserve, ma occorrerà un passaggio intermedio, un primo cambio in dollari digitali.
Il dollaro digitale avrà un cambio 1:1 con il dollaro cartaceo, quindi potrà a sua volta essere convertito in dollari reali.
Lo scopo è parificare la quantità di dollari stampati con quelli digitali, riassorbendo l'eccesso pluridecennale, facendo del dollaro di carta il sottostante delle cryptovalute in questo momento congelate nei wallet.
E' un'operazione di medio-lungo periodo, non esente da rischi, non per la Federal Reserve, ma per i possessori di cryptovalute notoriamente colpite da fortissima volatilità, ovvero di cambiamenti repentini di valore.
Pagare in cryptovalute il proprio debito mondiale, da parte degli USA, significa scaricare questo rischio di volatilità solo sui creditori.
Manipolando appositamente il mercato delle crypto, si renderà appetibile questo sistema di pagamento dei debiti, poichè i creditori penseranno di guadagnare molto di più rispetto al debito quantificato in dollari.
Ma se le crypto una volta incassate perdessero oltre la metà del loro valore di mercato, ecco profilarsi una fregatura di caratura planetaria in stile mutui subprime, ma elevata all'ennesima potenza.
O no?
♱crypto economista♱
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