mercoledì 22 maggio 2024

Musica per far vibrare l'anima








Quando si parla di musica liturgica cristiana nell’ambito della messa tradizionale, si finisce con l’intendere esclusivamente la codifica rituale apportata da Papa Gregorio Magno; risultato più che altro di un lungo processo di elaborazione e vaglio di prassi musicali già in essere nel mondo cristiano. Per questo è opportuno parlare di una musica che, nelle sue diverse evoluzioni, ha solcato molti secoli, diffondendosi e configurandosi quale espressione di particolarismi locali in oriente e in occidente, conservando intatti gli stilemi caratteristici del sistema cosiddetto “modale”.

Il sistema musicale basato sui “modi” è dalla notte dei tempi il metodo impiegato in tutte le culture
tradizionali poiché risultato di una musicalità naturale, geneticamente disegnata e strutturata per far
vibrare le più intime e profonde esigenze mistiche dell’uomo.

L’andamento caratteristico del sistema modale, basato sull’utilizzo di microtoni e sequenze melodiche
caleidoscopiche oltre alla raffinata ricchezza delle possibilità intervallari, conferisce un risultato che
all’orecchio contemporaneo può apparire “esotico” o “arcaico”, ma nei fatti perfettamente funzionale alle esigenze del testo sacro.
Per queste ragioni la trattazione musicale pre gregoriana, che animò per secoli le liturgie cristiane di oriente e di occidente, consente di comprendere le atmosfere che animavano le antiche pratiche rituali.
In quest’occasione ci soffermeremo sulle peculiarità della musica nell’antica chiesa romana e sul canto
utilizzato nel rito ambrosiano.

Il tratto comune che salta subito all’orecchio è l’ampio utilizzo dell’antifona e del responsorio, nella
caratteristica alternanza tra gruppi di vocalisti o solisti e nella ripetizione o nella risposta delle varie parti del brano liturgico eseguito.
Pratiche che, per la struttura speculare di molti salmi ebraici, inequivocabilmente riportano la loro origine nell’antica prassi musicale del canto sinagogale.
In tal senso è opportuno evidenziare come nelle usanze della musica tradizionale sacra la struttura musicale e il canto siano inseparabili dai componimenti poetici ispirati dalla lettura testuale.
Come detto, gli andamenti musicali armonici e melismatici del sistema modale consentono di esplorare
vibrazioni e frequenze – altrimenti impossibili nella concezione musicale moderna – necessarie per elevare lo spirito e la concentrazione del fedele durante la preghiera.

Questi metodi furono introdotti nella chiesa latina da Sant’Ambrogio (340-397), Vescovo di Milano, autore di raccolte di canti liturgici – per lo più inni – finalizzate al maggiore coinvolgimento dei credenti durante la celebrazione.
Ampia ne fu la diffusione in tutto il mondo cristiano, seppur con peculiarità proprie di ogni area culturale e geografica, tuttavia con l’ascesa al potere della dinastia carolingia la musica divenne sempre più “gregoriana” favorendo così un progressivo processo di distacco dall’utilizzo di tendenze “orientali” fino alla definitiva scomparsa di queste consuetudini intorno al XIII secolo.

                                                        Marcusenor 



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