venerdì 24 novembre 2023

Il mio venerdì non è il Tuo venerdì, Signore.

 


Appena mi corico, dico: "Quando mi alzerò?".
Ma la notte si prolunga e sono continuamente agitato fino all’alba.
(Giobbe 7, 4)

Il mio venerdì non è il Tuo venerdì, Signore, fratello mio.
Penso di avere diritto alla lamentazione, perché così ho letto e udito dalle pagine della Tua Parola.
Non ho forse ragione?
Sono forse meno di Giobbe?
È la quantità del male che ci rende diversi dinanzi alla Tua misericordia?
O la sua intensità nel crepare il ricettacolo delle nostre anime?
Sono un bambino capriccioso, lo so, non certo uno stoico eroe della rassegnazione gioiosa, del disegno labiale che mai dovrebbe scendere dopo un amen deciso, al di sopra delle mie mani giunte in preghiera.
Il mio venerdì non è il tuo venerdì, Madre mia, anche se negli affanni della vita ho preteso umane e divine consolazioni.
Crocifiggi te stesso! Mi chiedi, conducendomi per mano al cospetto di quel Figlio, quell’uomo che nutristi con il tuo seno e assistetti in lacrime fino all'ultimo respiro. Crocifiggi te stesso! ... mi si dice dagli altari imbanditi. Crocifiggi te stesso!... non mi dico.
Crocifiggilo! 
Nei miei venerdì che non sono i tuoi, o mio Signore, sono stato... sono ancora Anna, Caifa, Erode, Pilato, Giuda, l'apostolo addormentato nel Getsemani, l'apostolo impaurito che ti abbandona al tuo crudele destino; Pietro che ti rinnega, il cattivo Ladrone, i flagellatori, chi t’incorona di spine e ti schernisce, chi ti offre l’aceto e ti trafigge il cuore; il tuo implacabile giudice che da te pretende amore; l’indifferente alle tue ferite che cerca da te, medicazioni; il tuo crocefissore, stanco uomo, disincantato cinico, innamorato solo del suo disgusto per la vita, che ha assistito alla tua Passione come uno spettatore qualunque, saturo di noia, in cerca di un brivido tra le costole che alla fine della tragedia non ha sentito.


♱ servo inutile♱



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