venerdì 15 settembre 2023

Vittime sacrificali del politicamente corretto

 

                                                      

Et seguirà quelo che piague a sua divina bontà, la mi troverà pronta a patir morte e altro flagello prontamente stando, quanto più posso preparato in la sua grazia
Marcantonio Bragadin


I dati ufficiali e le esperienze che ognuno di noi verifica quotidianamente non lasciano spazio a dubbi: il fenomeno migratorio sta cambiando radicalmente la realtà delle nostre città. Dapprima nelle periferie disagiate dei grandi centri urbani, in seguito, inesorabilmente, nella provincia, nei piccoli centri, fin nei quartieri residenziali dove la percezione di insicurezza e la paura divengono compagne abitudinarie.
Gesti come prendere un treno, camminare in una via dopo una certa ora, chiudere il negozio e tornare a casa, una volta normali e innocui, oggi costituiscono motivo di apprensione per sé e per i propri cari.
Un degrado che denuncia drammaticamente la nostra debolezza, fisica e spirituale; ormai fiaccati da decenni di indolenza e ignavia non abbiamo più l'energia per difendere la nostra civiltà.
Stiamo vivendo, inermi, un'autentica invasione di culture lontane e opposte alla nostra, fondata su millenari principi civili e religiosi. Sì, anche e soprattutto religiosi!
Affermare che la religione cristiana, cattolica vanti un primato nel dettare regole e norme educative, non solo dottrinali, è dai più considerato anacronistico.
Questo è un processo di delegittimazione iniziato svuotando e svilendo la dogmatica infallibilità papale in materia morale, finendo col generare imbarazzo nel ritenere la Chiesa maestra in questi specifici ambiti.
A forza di relativizzare tutto, si finisce con l'essere niente, contenitori vuoti, vittime sacrificali del politicamente corretto che ha divorato la struttura portante della nostra società.
Il "buonismo" diviene strumento sulfureo che, facendo leva sul senso di colpa per ciò che siamo o di ciò che ci è stato fatto credere di essere, spazza via qualsiasi afflato di onore e di forza vitale.
La perdita della fede equivale alla perdita di identità e del centro di gravità assoluto, conducendo l'uomo contemporaneo in un folle oscillare tra l'edonismo egolatrico e la colpa di esistere, ahinoi! tragicamente privata di redenzione.

                                                        Marcusenor



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