lunedì 4 settembre 2023

Teniamoci stretta la teologia semplice e luminosa dei santi

                                                      
 


Ond’è che Cristo, forma viva del sacerdote, insegnò prima con l’esempio e poi con le parole: “Principiò Gesù a fare, e poi ad insegnare (At1,1)”
(Esortazione apostolica “Haerent Animo” – San Pio X)


Monsignor Spadaro si è pronunciato nell'ennesima forzatura ermeneutica del Vangelo. Troppe volte l'uomo, dall'alto della tracotanza derivata dalla ragione, ha tentato maldestre operazioni di interpretazione della parola di Dio.
Ahinoi! operazioni non troppo lontane dalla mistica ebraica, talmudica e cabalistica, volte per lo più a forzature che finiscono col deragliare e relativizzare l'essenza del Verbo.
La domanda che occorre porsi è: quanto è lecito e corretto tentare arbitrarie letture dei testi sacri, piuttosto che abbandonarsi alla fede, rinunciando a quel "capire e spiegare tutto" foriero di storture e manipolazioni?
I sacerdoti, che hanno il primato  all’esercizio del ministero, sono custodi di questo compito primario, educare all'accortezza e alla prudenza, sia in materia di preambula fidei, sia quando si da voce e pensiero al Verbo rivelato.
Dall'altra parte, letture e interpretazioni personali appaiono per quello che sono, ovvero abili manipolazioni sofistiche atte all'inversione del significato evangelico.
Vi si ravvisa malizia e opacità, scorgendo derive nestoriane nell'intendere Cristo come mero uomo, figura politica contestualizzata nel proprio tempo, quindi svuotata dal carisma divino.
Si capisce bene a quale porto si vuole attraccare, procedendo con la consumata tecnica della deriva lenta e inesorabile verso la scristianizzazione della dottrina, così come sta avvenendo per i dogmi mariani, riducendo l'Immacolata a mera umana “concepitrice”.
Teniamoci stretta la teologia semplice e luminosa dei santi; catechismi che non hanno bisogno di "chiavi di lettura" psicologiche, antropologiche e politiche, capaci di rigenerare lo spirito dei semplici come delle menti che ragionano in "grande" e forse ragionano troppo, ritrovandoci nudi di fronte all'accecante verità che nutre e rinvigorisce lo spirito.

                                                    Marcusenor






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