E poi cala un silenzio imbarazzante, quando si spinge il pesante portone e si esce in quel fuori dove l'abisso del nostro niente si specchia nella terribile imperfezione di quello polimorfo ovunque lo sguardo si posi, ovunque i passi si snodino per quelle strade vuote... strade senza Te.
Solitudine allora, solitudine adesso, solitudine tecnologica, solitudine strafatta di app e narcimedia.
L'unico scambio ammesso nella Babilonia del multitasking è il veleno in forma blaterante, dissacrante, energizzante, motivazionale, scambio di ombre di corpi, perché quelli reali si evitano mediati da scatti compulsivi resuscitati da n-milioni di pixels.
Il dono della pace è il sogno di un neoluddista che, illuso, spera in un apocalittico flare solare elettro-distruttivo di ogni maledizione tecnologica.
Il dono della pace è il sogno di un folle che vorrebbe annientare ogni forma di perversione definita diritto inalienabile dell'uomo.
Il dono della pace è un sottoinsieme della rassegnazione.
Il dono della pace non può che essere il frutto di una guerra globale transumana: mezza cognitiva, mezza nucleare.
Il dono della pace è un desiderio desiderato da altri che te lo rivendono quotato in cripto-valuta.
Il dono della pace è un matrimonio con se stessi, una vita sintetica concepita e vissuta con il corpo d'altri, un mosaico inconcludente di personalità disturbate.
Il vero dono della pace, invece, è la nuova ed eterna alleanza offerta nell'Eucaristia, Corpo e Sangue prezioso del Redentore di cui possiamo nutrirci, quali fratelli e sorelle pentiti e confessati indegni di partecipare alla Sacra Mensa... in attesa di una sola parola di salvazione.
C'è chi preferisce altre mense e per un piatto di organi genitali gourmet, offerti a cannibali chic, sono disposti a pagare... sadici omofagi, ispirati da Satana.
♱ servo inutile♱
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