Si può, al prezzo
di rendersi solitari, antipatici, soggetti smarriti, abbandonati da
tutti, perché privi di quei segni distintivi che fanno così branco
e non persona.
Scambio due parole
con una vecchia invalida di 92 anni.
“Ha visto quanti
cani ci sono in giro? Li trattano come bambini e i bambini non li
fanno più”.
La canuta signora è
un testo di sociologia spiccia, basta saperlo sfogliare con un
sorriso, un sedersi accanto, un lasciar perdere i soliti convenevoli
biascicati tra secche labbra.
“Ha letto? I
ragazzini sono più ignoranti di quanto non fossimo noi… Ma non
dovevano imparare tutto il necessario da questo aggeggio?” e mi
indica il cellulare che la solinga spera, squilli di care parole
figliali.
Il calore di
quest’estate, a tratti sventagliato da una corrente più mite da
sud-est, è gelido per chi è solo… sembra artificio da previsioni
meteo per turisti improvvisati.
Come sono tristi
questi esemplari di un’ ornitologia migratoria che imperversa credendosi green e bio-chic devastando cielo, mare e terra tanto da far sembrare gli uccelli di Hitchcock
dei passeri solitari leopardiani.
Svolazzano secondo i
loro mutevoli desideri forgiati dai format che li hanno convinti
sulla necessità impellente, indebita e indebitata di viaggiare per
la globosfera al fine di riconoscersi ominidi australoapolidi, in
ossequio al mercato pedosessuale e alla gastroesterofilia dilagante,
sicuri di trovare la stessa serqua di centri commerciali, lo stesso
odore di plastica, le stesse strisce di led a soffitto, la medesima
logo-pedia commerciale, appena urge una vaga smania di rientro.
Mi congedo dalla
nonagenaria che riprende la sua balbuzie pedonale assistita da un
girello, ricordandomi quanto era meglio il suo tempo pur sfregiato
dalla guerra.
Sì, caro Davide,
gli empi prosperano a dispetto dei tuoi salmi, ma sono molto più
imbecilli e bike-dotati dei malvagi e blasfemi antichi, cavalcatori di cammelli e asini.
Le tue invocazioni
alla misericordia divina sono le uniche sopravvissute in quest’era
di disimpegno cattolico, volto alla decostruzione di Dio, della
liturgia e dell’intera impalcatura ecclesiastica.
Terribile cadere
nella consolazione narcisista in mezzo ad un latrare disumano di
soffocate invocazioni alla carità cristiana, sperando, illusi, in
una gratuita assistenza sociale destinata a morire, seppellita da una
programmata denatalità e devirilizzazione, sostituite da impuberi
riflessi su pelosi scodinzolamenti.
♱ servo inutile♱
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