martedì 25 luglio 2023

Come mosche intrappolate


                                                   
Perché se noi viviamo, viviamo per il Signore, se noi moriamo, moriamo per il Signore. Sia che viviamo, sia che moriamo, siamo dunque del Signore.
(Romani 14:8)


La fabbrica della morte non si ferma, destra e sinistra - nella peggiore tradizione della coincidenza degli opposti - partecipano alla necrofiliaca notte di Valpurga. Il Veneto della migliore sanità del paese si dimostra all'avanguardia nel triste primato del secondo caso di "omicidio" volontario approvato e legittimato dalle istituzioni che, anziché garantire dignità e assistenza, somministrano morte.
Lo psicopompo Cappato afferma che alla signora Gloria è "stata risparmiata una fine orribile". È inimmaginabile pensare ai tormenti di quella povera anima nelle ore e nei minuti che hanno preceduto la terribile pratica.
Cos'altro può e deve desiderare un morituro se non il conforto dell'estrema unzione, della confessione e dell' assoluzione dai peccati, preparando l'anima all'eterna unione con Dio?
L'orizzonte umano, dimentico della sfera trascendente, si fa piccolo e smarrito in una notte senza tempo, dove la sofferenza non trova né ragione né giustificazione. 
L'uomo terrorizzato dal dolore fisico decide così di vivere nel dolore dello spirito, fino a togliersi la vita.
L'orizzonte spirituale, totalmente cancellato dal quotidiano dell'uomo moderno, produce queste depravazioni e disperazioni.
Ringraziando il Signore, questi restano e resteranno rari casi di vittime sedotte dalle sirene delle magnifiche sorti progressive: mosche intrappolate nella ragnatela dell'ateismo e del salvarsi da sé. 
La legge eterna vive e l'ordine del bene trionfano, ogni giorno, nel cuore degli uomini di buona volontà cristianamente ispirati.

                                                     Marcusenor





Nessun commento:

Posta un commento

Vorrei... un Dio più sostenibile

                                                   Che cosa sono io senza di Te se non la guida di me stesso verso l’abisso. (S.Agostino - C...