venerdì 7 luglio 2023

Cacofonie liturgiche

 




canterò con lo spirito, ma canterò anche con l’intelligenza…
(1 CO 14,15)

Per la sua ordinazione sacerdotale, un giovane seminarista chiede che durante il rito presbiteriale si accompagnino brani di Don Marco Frisina e altre composizioni presuntamente "tradizionaliste"; rifiuta la messa beat dei focolarini di "Generazione nuova" o altre composizioni ispirate dal rinnovamento spirituale, tanto da attirarsi critiche e qualche mal di pancia.
Si tratta dell’annosa questione della musica sacra in ambito liturgico, dal Concilio di Trento fino a San Pio X che con il motu proprio "Tra le sollecitudini" definì con meravigliosa chiarezza i confini di dette pratiche. Furono proprio i Padri tridentini ad affrontare le problematiche legate alla prassi polifonica con particolare attenzione al "cantus occultans literam, qualis est in figurata modulatione" (il canto che nasconde il testo, come avviene nel canto figurato) e la conseguente salvezza della polifonia - avvenuta secondo tradizione - grazie alla Missa Papae Marcelli di Giovanni Pierluigi da Palestrina. 
Come detto, Papa Sarto intervenne rilevando l'importanza della musica liturgica in quanto: "... la musica sacra deve per conseguenza possedere nel grado minore le qualità che sono proprie della liturgia"; il pontefice precisa ulteriormente che: "... deve essere santa, e quindi escludere ogni profanità".
In queste frasi appare chiaramente ciò che il Santo Padre riteneva pericoloso e fuorviante, prima di tutto per la liturgia, che non deve essere turbata da elementi distraenti e fuori contesto, identificando nel canto gregoriano tradizionale il "supremo modello di musica sacra" e all'opposto, nello stile teatrale, il meno acconcio ad accompagnare le funzioni del culto, per la sua: "…intima struttura, il ritmo e il cosiddetto convenzionalismo di tale stile non si piegano, se non malamente, alle esigenze della vera musica liturgica".
Da queste considerazioni è facile valutare ciò che è suonato oggi nelle chiese, sia per quanto attiene la conformità dei testi sia nell'utilizzo totalmente inopportuno di voci e strumenti. La tecnica compositiva, esemplare della struttura ritmica, melodica e armonica - oltre al timbro degli strumenti utilizzati - accompagna e sottolinea il significato del testo, esercitando nell'animo di chi ascolta una determinata impressione; testi e suoni che, ahinoi, tradiscono spiritualità generiche, ripetitive, buone per tutte le occasioni o in ogni caso svuotate della profonda e intima comunione cristiana esaltata dai canti ereditati dagli antichi padri, setacciati e inscritti nei preziosi codici liturgici, scevri da vuoti esibizionismi, volti esclusivamente a cantare la maestà del Verbo rivelato.

                                                          Marcusenor

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