Mi feci ricercare da chi non mi interrogava, mi feci trovare da
chi non mi cercava.(Isaia 65,1)
Assetato di ascetismo interiore, varco un’antica porta tra rocce e
geometrie d’eremo in cui si ordiranno per me, ricami di parole.Dalle labbra di un vivace e preparato relatore, una trama organizzata
di significative onde sonore ricade sulle mie difese, sul mio
castello interiore.Ho deciso di abbassare il ponte levatoio costringendomi a
condividere, con ascoltatori sconosciuti, a volte interlocutori, in
altri momenti invitati ad arrendersi allo Spirito Santo che aleggia dal piccolo lago di pianura ai boschi sull’altura, quest’ umile
dimora che fu consacrata a lodi e silenzio.In un tempo così terreno mi offro al mistero della preghiera
integrale rivolta al cielo, frutto del dono della fede, effuso in
forme e modi diversi così affini alle sculture di sabbia che le urla
e i sussurri del vento strappano all’aridità del deserto, dove
altri, prima di me, trovarono la fonte dell’adorazione perpetua al
Dio dell’ immensità e delle piccole cose, il posto accanto a
quell’ ultimo occupato dal Redentore del Mondo.Cenobita marginale, io resisto inevitabilmente al rovesciarsi
passivo, in me, d’insegnamenti elargiti per il mio bene e per
quello di tutti gli astanti.Acusmatico ribelle, ripeto incessantemente, tra mente e cuore,
l’esicasmo della pietà incardinato nel grido del cieco di Gerico
rivolto al Figlio di Davide.E fu sera e fu mattina…
♱ servo inutile♱
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