Nella Trappa, quelloche conta meno è la Trappa e i trappisti.(San Rafael Arnaiz Barón)
Non intrappati, certo intruppati nel clangore disumano dell'inanità del fare e disfare.
Consessi d’uomini tra corrotte poltrone, in guerre per intercessione, in lavori indegni, in virtuali adesioni, da dove si ritorna, se si ritorna, nelle rispettive celle urbane, confermano i motti di Seneca, gli aforismi di Montaigne, le struggenti confessioni di Marco Aurelio contraltare di quelle d’Agostino, snobbate dai paladini dell'ignoranza, sicuro investimento per élites malthusiane.
Le icone pop radunano folle osannanti; le sacre icone, sparuti numeri d’anime disorientate tra le rovine della città sommersa di R'lyeh, immagine spettrale di una chiesa in disarmo.
Il Rafael, santo trappista, morto a 27 anni, età maledetta dei santi del rock, davanti al Tabernacolo immolava la sua misantropia vocazionale con frase così poco edificio d’amore, che io faccio mia a restauro delle mie ossa, rotte dagli scontri con umani, nemmeno ordinari: “ Gli uomini m’annoiano, anche quelli buoni. Non mi dicono nulla. Sospiro tutto il giorno per Cristo (…)”.
♱ servo inutile♱
♱ servo inutile♱
Nessun commento:
Posta un commento