Spetta agli uomini l'inversione della prova se vengono accusati di non aver rispettato il consenso attuale? La legge per difendere le donne si allinea al comportamento dell'Agenzia delle Entrate.
Nessuno riesce a sottrarsi al fascino morboso dell'apparire, attaccandosi alle emotività del momento, transeunti e irrazionali.
Gli uomini e le donne di Chiesa non sfuggono alle narrazioni delle frasi fatte, delle celebrazioni laiche collettive, delle evocazioni dello spirito del tempo che impone l'adesione senza sé e senza ma.
Lo abbiamo visto e stravisto soprattutto negli ultimi vent'anni: sottrarsi a certe suggestioni equivale sabotare lo "sforzo collettivo" di darsi un senso comune, di ballare all'unisono sui balconi al ritmo di "jerusalema", di crearsi un ethos che, seppur attaccato con lo sputo, è sempre meglio di niente e certamente più comodo che osservare la via della Croce, unico e vero denominatore comune della storia dell'umanità.
Questa passione per le celebrazioni collettive in stile sovietico la vediamo anche nelle piccole realtà di provincia. Davanti al municipio una baracconata di croci con i nomi delle vittime di "femminicidio", fiocchi e scarpette rosse, panchine addobbate che, anziché sensibilizzare, celebrano la morte dell'amore coniugale, della famiglia tradizionale, dell'etica uomo-donna improntata al rispetto e al farsi rispettare.
Gli "inchini" all'imperativo categorico del politicamente corretto generano mostruosità giuridiche che distruggono vite di poveri disgraziati finiti nel tritacarne di un sistema kafkiano che pretende di assolvere una donna che denuncia un uomo, sempre e comunque, anche se il poveraccio o il ricchissimo, non ha compiuto atti di violenza di genere su di lei, cancellando l'impianto giuridico della perizia probatoria della presunta vittima, fino a prova contraria.
Provvedimenti sullo stalking, codice rosso e ora l'aberrante legge approvata con l'unanimità parlamentare, che pone la morte di una donna quale reato più grave della morte di un uomo; in attesa del prossimo provvedimento sulla violenza sessuale, ancor più aberrante e pericoloso.
La contemporaneità è mossa dall'irrazionale, da flussi di coscienza che passano attraverso messaggi subliminali della "rete", sussulti neurologici che durano lo spazio di qualche ora o al massimo qualche giorno, sufficienti tuttavia per giustificare l'urgenza di provvedimenti legislativi che battono tutti i record di velocità e tempestività.
Tutto ciò accompagnato dagli afrori sulfurei di colui che è "parte di quella possanza che vuole eternamente il male e continuamente produce il "bene".
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