venerdì 28 novembre 2025

Dea-Death-umpa




Mi astengo dal giudicare il suicidio delle gemelle Kessler, da credente taccio e prego per le loro anime, senza aspettarmi nulla in cambio, senza essere consolato dalla mia fede o dal loro ateismo.

In giro c'è un tale sbraco di parole, un blaterare  continuo fuor di denti, un giudicare perpetuo senza riflessione da parte di chi ha occhi muniti di travi che cercano con ansia di levare le pagliuzze da quelli altrui.

Si cataloga, si definisce da una parte o dall'altra delle barricate cosa significa vivere, cosa significa credere o non credere, cosa significa gioire, soffrire, amare, odiare, esser giovani o vecchi, uomini e donne, soli, tristi, annoiati, poveri, ricchi, geni o stupidi, cosa significa morire, cosa significa avere ragione sempre e comunque.

Io so di non sapere nulla di me, degli altri, dei buoni e dei cattivi, subisco ciò che non riesco, non posso o non voglio evitare, sono subissato dal mistero quanto dalla merda mediatica, dal libero commento su ogni cosa, ogni persona, ogni evento, da non poterne più.

E non posso dire con certezza se sarò in grado di arrivare fino in fondo alla mia vita, vissuta in questo schifo di mondo, attorniato da gente che non conosco e che il più delle volte mi fa ribrezzo o paura, senza mai essere sfiorato dal desiderio di farla finita.

Sarei un ipocrita a pensare altrimenti, un ipocrita se giudicassi le Kessler o qualunque altro umano in merito alla scelta del fine vita se io, veramente e attivamente non ho conosciuto e non mi sono prodigato in qualunque benefica forma, affinchè un aspirante suicida cambiasse idea.

 





 

Nessun commento:

Posta un commento

Vorrei... un Dio più sostenibile

                                                   Che cosa sono io senza di Te se non la guida di me stesso verso l’abisso. (S.Agostino - C...