Il desiderio di morte ha finalmente assunto il ruolo di guida dei governi radicati su questo grumo terracqueo rotante nell'infinità dell'universo.
Nessuno può ragionevomente pensare di salvarsi e poter divenire protagonista di un mondo post-apocalittico.
Il futuro oltre la devastazione nucleare non sarà mai un sequel di Mad Max.
Chi crede che possa esserlo, le stesse élites che l'hanno prodotto a Hollywood, ad esempio, è in preda a un delirio di onnipotenza non dissimile da quello che infettò le coscienze di altri folli che seminarono milioni di morti durante i loro brevi domini.
Chi pensa di sfangarla perchè immagina di colpire per primo, vivrà, se sopravviverà, in un' informe metanoia radioattiva talmente orribile, fredda, buia e disgregante da spingere i superstiti, in qualunque condizione si trovino, al suicidio.
In questi anni, da quando è cominciata la grande corsa all'utodistruzione finale dell'umanità, la certezza che una guerra nucleare non convenga a nessuno è divenuta polvere nel vento.
Molti studi di statistica applicati alla storia della violenza bellica, attestano che sia impossibile una guerra che possa sterminare più del 13% dell'umanità.
Questo è proprio il genere di certezze più facilmente smentibili dalla realtà, dalle tenebre che incombono.
L’unica flebile, e forse illusoria speranza, sta nella catena di comando e al residuo strato di civiltà che ancora permane nell’anima.
RispondiEliminaQualche decennio fa, negli Stati Uniti, ma presumibilmente anche in Russia, furono effettuare delle prove per testare l’affidabilità della catena di comando nell’eseguire l’ordine per l’esecuzione di un olocausto nucleare massivo e risultò che solo una minima parte degli individui obbedì agli ordini.
Da presumere che abbiano ovviato a tali “manchevolezze”, ma il dubbio rimane.
Cosa resta? Vedo l’impotenza nel contrastare la follia, fatte salve la completa arrendevolezza alla luce dell’ineluttabile o la resistenza attiva in attesa dell’improbabile.
Nella neolingua del potere occulto che si rende palese, la follia non esiste, anzi, la follia, dopo essere stata normalizzata, è divenuta norma alla quale attenersi in ogni contesto sociale. Questo è stato possibile eliminando definitivamente l'io quale sostanza sprituale e materiale integrata. L'individuo è solo un attaccapanni; gli abiti sono i ruoli intercambiabili, occasionali assunti usando gli altri come mezzi per... L'improbabile, in un orizzonte di tempo lungo, perde buona parte della sua ineluttabilità. Grazie per il commento.
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