Un abisso chiama un altro abisso al fragore delle tue cascate;
tutte le tue onde e i tuoi flutti sono passati su di me.
(Salmo 42,7)
Associare "conoscenza" e coscienza risulta essere uno degli errori esiziali di questo scorcio di tempo, ovverosia ridurre quella parte straordinaria e misteriosa che è l'anima a mero accumulo e sistemazione di dati.
Un approccio analitico, calcolante e meccanicista tipico delle cosiddette neuroscienze, cancella e ignora volutamente ogni forma di spiritualità, di trascendenza e soprattutto di morale.
L'intelligenza artificiale, quale "altro da sé" del soggetto, farebbe accapponare la pelle anche al più intransigente idealista; così come ritenere un fenomeno unicamente prodotto dell'uomo come meritevole dei crismi metafisici.
Non si deve confondere il gioco di specchi e le illusioni del virtual digitale con il vero mistero del rapporto tra soggetto e mondo, e tra uomo e Dio.
La sopravvalutazione di queste suggestioni collettive, con tutti gli annessi e connessi - non per ultimo il cripto delirio dell'oro estratto dagli anfratti dei codici binari - alimenta e legittima la smaterializzazione dell'uomo stesso, realizzando il vecchio sogno mefistofelico del "tutto ciò che esiste merita di perire".
Marcusፒenor
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