Due Rome sono cadute, la terza sta, e la quarta non ci sarà
(dagli scritti del monaco ortodosso Filofej del monastero di Pskov)
Nessun mistero o dietrologia: i bolscevichi fin dall’ottobre del
1917 decisero di epurare la dirigenza comunista da infiltrazioni
massoniche in Francia, Germania e Inghilterra.
Fu una vera scomunica, non dissimile da quella cattolica, anche se gli scopi di entrambi i “regni”, per così dire, erano diametralmente opposti.
Un’epurazione che doveva concludersi entro e non oltre il 1° gennaio 1923, come attestato anche dalle ricerche del Grande Oriente d’Italia
L’isolazionismo russo permise a una frangia corposa di ebrei anti-massoni di conservare il potere interno ed esterno, fino al crollo del 1989, data massonica per eccellenza, distante due secoli dalla Rivoluzione Francese.
Non fu un caso che la scelta dei colori della bandiera della Federazione Russa fosse il tricolore bianco-rosso-blu.
Putin, che non è un uomo delle logge – lo furono Gorbacëv e El'cin, il primo presidente dell’era post-sovietica e in Vaticano, in continuità con il pontificato di Paolo IV, interrotto per poco più di un mese da quello della vittima Luciani, Giovanni Paolo II – doveva e deve essere annientato.
Questo obbiettivo di politica occulta fino al 2014, si è reso palese dopo il golpe di matrice anglo-americana in Ucraina.
Inoltre, Mosca, da sempre è l’ultimo baluardo del cristianesimo orientale, la terza Roma che la sinagoga di Satana, oggi in parte guidata dai sionisti israeliani che mirano a trascinare Putin dentro il conflitto mediorientale, vuole ridotta in cenere dopo la sua “resurrezione” post-comunista, ad opera, per chi crede, del Cuore Immacolato di Maria secondo le apparizioni di Fatima.
♱servo inutile♱
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