Una notizia, neanche a dirlo, del tutto fuorviante in quanto quella zona di Mestre - una volta quartiere elegante di passeggio e bei negozi - si è trasformata in una Kasbah multietnica... per lo più di islamici del Bangladesh e indiani. Gli italiani tentano di svendere e di sfuggire al degrado che sta letteralmente divorando la città. Degrado non solo economico e sociale ma soprattutto spirituale; è notizia di qualche mese fa la chiusura della scuola delle Canossiane nonché di tutti quei luoghi di espressione cristiana tradizionale. I fenomeni sono inversamente proporzionali e collegati tra loro, laddove viene meno il cattolicesimo cresce l'immiserimento del territorio, la perdita di identità e forme di depressione e di rinuncia. Alla luce di queste evidenze appare ancora più patetico il tentativo di creare artificialmente un ethos basato sul nulla o sulla pretesa di mettere insieme alchemicamente olio e acqua, inventandosi forme di comunitarismo estemporanee su modelli già falliti ovunque.
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