(Salmo 79,17)
I Vescovi aprono le porte delle chiese alle “sacerdotesse del rock” e alle erinni della dissoluzione,
sinistre portatrici di vapori catramosi; gli stessi presuli che non più tardi di qualche mese fa interdivano i sacri banchi ai fedeli renitenti alle ritualità pagane imposte dalla “scienziology”.
Tanto grande è il dolore di fronte a tali blasfemie, quanto è grande lo stupore dei fans delle ofitiche incantatrici al cospetto di “malori improvvisi” o altre sventure, altresì detti castighi divini, ovvie conseguenze dopo decenni di profanazioni di ogni genere.
L’uomo moderno dall’alto della tracotanza e del “salvarsi da sé” rifiuta di considerare la sua natura
peccaminosa, allontanandosi dal pentimento, dalla conversione e dalla Croce. In questo terribile sillogismo la conclusione non può giungere che alla collera di Dio e al conseguente castigo. Concetti troppo “scorretti” per i tempi correnti, basati su ecumenismi di facciata, semplificazioni e svilimenti dottrinali al limite dell’apostasia.
Teniamoci stretti alla Croce, volgiamo lo sguardo al Cielo, pratichiamo l’umiltà e la modestia, assumiamo l’abitudine alla buona pratica di leggere quotidianamente passi evangelici o Sante riflessioni, un segno della Croce ogni qual volta si passi davanti ad un Sacra edicola. Pratichiamo la carità, l’amore e la pazienza, ma con altrettanta determinazione allontaniamo da noi e dalle nostre vite i suadenti portatori di perdizione e pessimismo.
Un Santo Natale a tutti.
Nessun commento:
Posta un commento