domenica 29 ottobre 2023

In una chiesa... una sera

Un baratro è l’uomo e il suo cuore un abisso
(Salmo 63)

In una chiesa, una sera, tra le rovine del giorno e l’elevarsi di una luna così tonda e argentea da sembrarmi irreale, ho raccolto quel brandello di purezza di cuore, in un cuore a brandelli, e ho chiesto alla Madre mia celeste di farmi suo per sempre.
Ma questa può sembrare la fine di un lungo racconto, la narrazione mai detta, mai pubblicata in nessun modo, di un misero uomo caduto in un lontano passato nella polvere da cui lo trasse un Dio che gli sembrava così distante, oltre la più siderea immaginazione, e del quale non poteva conoscere la generosità amorevole.
Nel fango non conoscevo umiltà, rassegnazione, sottomissione alla Corte Celeste che mi sembrava una monarchia dispotica, una tirannia spirituale, accecato dall’amore malato per un me stesso caduto così in basso da non riuscire più a rialzarsi con le misere forze che né grossi muscoli, né artifici tecnici potevano aumentare.
Eppure pensavo, pensavo troppo, agivo… ero agito, mi agitavo tanto e in direzione contraria alla mia salvezza; come Paolo, riconoscevo il desiderio al bene e l’effimera volontà di perseguirlo, non come Paolo, però, combattevo per la mia emancipazione dal male che tempestava in ghiaccio e fuoco nella mente, nel cuore, nelle fibre recondite del mio esistere per volontà divina, facendo del mio corpo e del mio sangue un tempio pagano prossimo alla distruzione, alla caduta verticale su se stesso, in un silenzioso fragore che nessun umano avrebbe mai udito, ma soltanto il mio Re e la mia Regina dei quali non sospettavo tanta misericordia.
In una chiesa, nel caldo artificiale di grandi termoconvettori, nel tepore naturale, così innaturale rispetto all’algido scorrere della vita fuori dal grande portone, ho ritrovato Gesù, smarrito per trent’anni, non per tre giorni.
Il mio peccato mi sta sempre davanti, è vero mio caro Davide, ma ora tu sai, perché non sapevi, che una croce segna il cammino, un faro che conduce in salvo la nave, dove io, ultimo dei mozzi, mi sono imbarcato lasciando a terra il vecchio abito sdrucito dalle lotte senza scopo, dagli acquisti e dalle perdite di cose che non mi appartenevano e che mi dominavano perché non comprendevo di esserne solo un custode, curatore di un minuscolo giardino da restituire più bello di come mi fu donato.
E quella piccolissima geometria verdeggiante in seno all’aridità del mondo è la mia povera anima che fu adornata della ricchezza della pura acqua battesimale, sedotta dall’amore divino, ma  da me e solo da me con freddezza abbandonata agli scrosci  dei liquami corrosivi del peccato.
In una chiesa, circondato di anime belle, da corpi mossi da una sete di conoscenza che s’impara più sulle ginocchia che sui libri, la Parola è scesa in vasi fragili e fessurati, e lentamente, con dolcezza li risana, ricucendo in oro fratture che sembravano insanabili, sfregi tenuti nascosti, crepe dovute all’usura  del quotidiano sopravvivere, sorretti da stampelle e non dalla grazia di Dio.
In una chiesa, sulle rovine del giorno appena trascorso, s’innalza una sera di canti, preghiere, suppliche a fil di labbra, lacrime trattenute, adorazioni, liberazioni, promesse, benedizioni.
Madre mia, Regina mia tu sola conosci i segreti del cuore divino, tu sola sai condurci per mano all’incontro tanto desiderato con Lui sul nostro personale calvario.
O mio Gesù, ti sei appena donato per sfamarci e dissetarci  che già ritorni nella segregazione d’amore e ti offri nel recluso silenzio alla struggente attesa della nostra adorazione.
Una dolce pavane intona il tuo Magnificat, Maria e  la notte ci attende al di là, nel mondo sommerso dalle frane dell’odio, dell’indifferenza, della bestemmia, del sacrilegio, dello scherno; é una terra stravolta da guerre e maldicenze, orrori e terrori, tremori e timori, inimicizie e apocalissi per ora solo annunciate; una notte  che s’inabissa in un nuovo giorno dove si rinnova incessantemente il mistero eucaristico che unisce  in sacrificio per noi, l’amore e il dolore divino.

♱ servo inutile♱


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