mercoledì 23 agosto 2023

Questa insostenibile sfiducia nel clero e del clero

   



Perché verrà il tempo che non sopporteranno la sana dottrina; ma per prurito d’udire si accumuleranno dottori secondo le loro proprie voglie
e distoglieranno le orecchie dalla verità
(2 Timoteo 4:3–4)


Una sfiducia affatto "strana", come nasconde la CEI e l'intellighenzia cattolica.
Una crisi profonda che vivono i cattolici in questi miseri tempi.
Miseri in quanto immiseriti dottrinalmente, privati di quei punti fermi, anzi necessari in qualsiasi fede, tanto più nel cristianesimo che si nutre del Corpo e del Sangue preziosissimi del Signore Nostro Gesù Cristo, nostro fratello, come Egli ci chiamò il giorno stesso in cui risorse dai morti (Gv. 20, 17).
Dopo sessant'anni dal concilio possiamo a buon diritto fare un bilancio; e se l'obiettivo era di avvicinare un gregge in fuga - cosa non vera, visto la fruttuosità di vocazioni e di figure Sante che Dio ha donato nella prima parte del secolo - allora possiamo fare due conti e verificare ipso facto l'oggettivo allontanamento del popolo cattolico dai sacramenti, dai seminari e dal culto in generale.
La progressiva adesione da parte delle gerarchie ecclesiastiche a tutte le richieste ateo/radical/gnostico/massoniche  - vedi alle voci aborto, divorzio, eutanasia, omosessualismo e laicizzazione del catechismo -  ha generato disorientamento, sconforto, sfiducia nel clero e del clero.
Se piazzare preti e suore sul palco di San Remo o alla consolle di un dj set all'ultima GMG portoghese, poteva sembrare una buona idea di marketing spirituale, dal punto di vista dell'essenza del cristianesimo e del valore redentivo evangelico si è rivelata scelta nefasta, con il risultato che nelle nuove generazioni vi é totale ignoranza e sprovvedutezza delle basilari norme dottrinali.
Non è possibile essere ancora al banale: "Andiamo incontro ai giovani, dialoghiamo sui loro temi, confrontiamoci con i loro codici di comunicazione, et cetera".
Occorre prendere esempio dai missionari che affrontavano l'evangelizzazione con la Bibbia in mano; convertivano con la Croce e con il catechismo rigoroso, proprio per questo salvifico.
Altrimenti la deriva non ha limiti. 
Il caso Murgia segna un'ulteriore caduta e offesa del Vangelo. 
Un caso umano diretto dal totalitarismo dei diritti inalienabili, casual, inclusivo, amicone, che non giudica, ma pretende di farci digerire l'immagine di una credente di facciata, un'atea nell'intimo che "discute" orogogliosa della sua famiglia queer, a tu per tu con il Signore sui temi dei programmi liberal-progressisti.
A margine di tutto questo ci si mette la Nuova Bussola Quotidiana, polemizzando sulla legittimità del ministero dei sacerdoti della Fraternità di San Pio X,  inerpicandosi in complicate e controverse questioni di diritto canonico che, in questo stato di cose, appaiono di lana caprina.
Il clero che non si allinea viene criticato e oltraggiato dall'interno e dall'esterno dell'ecclesia, mentre quello pavido o complice, che si piega, è ben voluto e addirittura dispensato da Traditionis custodes quale atto di benevolenza papale. Solo i veri custodi del deposito della fede, professano un cristianesimo tradizionale, evangelico, rispettoso della forma e del significato profondo e sacro del rito eucaristico. Nei luoghi sacri dove ancora esprimono una liturgia non democratizzata, con al centro   Dio e non il sacerdote piacione e affabulatore, o il popolo eterodiretto dai social-media, molti fedeli - giovani compresi - trovano casa e ristoro, e nella purezza del cuore e della fede sentono intimamente la loro unione con Cristo.

                                                     Marcusenor

 

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